Solitamente, nei primi 12 mesi di vita avviene il primo approccio del neonato con l’acqua della piscina. Nella vasca dedicata, la permanenza in acqua non dura a lungo e viene gestita con grande attenzione fino a quando i piccoli non affinano pienamente il sistema di termoregolazione, verso gli otto-nove mesi.
L’attività inizia già prima di bagnarsi, sul bordo vasca, con semplici proposte di massaggio e coccole per favorire l’ambientamento dei bambini all’interno di uno spazio ancora sconosciuto. Successivamente, e solo quando si è pronti, ci si immerge con calma, rispettando i tempi di ciascun bimbo.
In questi momenti grande attenzione è rivolta alla comunicazione tra genitore e figlio, ai messaggi fatti di sguardi, suoni, contatti e carezze: un dialogo tonico estremamente ricco e favorito dall’acqua. Ogni tappa di sviluppo del bambino segna un momento importante e significativo di crescita e cambiamento, a cui corrispondono bisogni e richieste particolari, in continua evoluzione. Sono i bambini a decidere cosa gradiscono, dove andare, cosa fare, il come e il quando; l’attività viene guidata dalle loro richieste e gli interlocutori principali sono proprio i genitori, migliori interpreti dei desideri espressi dai bambini.
Compito dei genitori è stare in ascolto e essere a disposizione deipiccoli, per sostenere la realizzazione dei loro progetti giocosi, stimolando curiosità, situazioni coinvolgenti e offrire opportunità di scoperta. Il consiglio è di non forzare il bambino, di non “far fare”: al contrario è importante assicurargli i presupposti affinché possa fare da solo, liberamente.
Premessa indispensabile per il genitore è quindi un’attenzione costante a quello che i bambini, già da piccolissimi, comunicano.
Immergersi insieme a loro fino alle spalle, trasmettendo sicurezza e complicità, costituisce il primo tassello per costruire un buon rapporto con l’acqua.
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